Nuovi occupati oltre le attese negli Stati Uniti ma il tasso di disoccupazione sale leggermente, 4,00% rispetto al 3,9% del mese precedente. Le attese erano sempre al 3,9%. E’ aumentata evidentemente la percentuale di coloro che cercano un lavoro.
Nel dettaglio i nuovi occupati nel settore non agricolo sono stati a gennaio 467 mila, le attese erano molto più basse 167 mila, alimentate in discesa dal dato sull’Adp (una società privata di gestione delle buste paghe), arrivato in settimana, mercoledì. A dicembre i nuovi occupati furono più numerosi, 510 mila.
Il report del mercato del lavoro ci consente di fare anche uno spaccato della società americana. Soffrono di più afro americani e ispanici, con un livello di scolarizzazione basso e gli adolescenti. Questi ultimi (16 19 anni) sono sopra oltre 2 volte sopra il 4%, il livello considerato fisiologico della disoccupazione, 10,9% stesso livello di gennaio, gli afro americani sono al 6,9%, in contrazione rispetto al 7,1% di dicembre ed infine gli ispanici al 4,9% a gennaio valore analogo a quello di dicembre.
Quanto ai titoli di studio, ad essere penalizzati sono come detto gli americani con i livelli più bassi di istruzione, 6,3% il loro tasso di disoccupazione di gennaio, in crescita da 5,2% di dicembre. Diplomati leggermente sopra il tasso fisiologico, 4,6% a gennaio con un valore stabile rispetto a dicembre. Laureati sono al 2,3%, in leggera crescita dal 2,1% di dicembre.
Altri dati interessanti il report li restituisce con riferimento, all’importante costo del lavoro e sui livelli di recupero dell’occupazione rispetto al Covid. Nel febbraio 2020, prima della pandemia di coronavirus, il tasso di disoccupazione era del 3,5% e i disoccupati erano 5,7 milioni, ora sono 6,5 milioni con una disoccupazione al 4%.
A gennaio la quota di occupati in Smart Working a causa del Coronavirus è aumentata al 15,4%. Le donne come da tradizione negli Usa fanno meno fatica degli uomini a trovare lavoro, 3,6% il loro tasso di disoccupazione, rispetto al 3,8% degli uomini. Per finire sempre questo mese, la retribuzione oraria media è lievitata di 23 centesimi a $31,63. Negli ultimi 12 mesi, la retribuzione oraria media è lievitata del 5,7% a fronte di una crescita della produttività del 6,5%, un dato almeno questo non inflattivo.